Inedito – REWIND
L’ARMONAUTA
15 Febbraio 2011
Maurizio Alberto Molinari Rewind (c)
15 Febbraio 2011
L’ARMONAUTA
Si alza
il senso
sale
l’armonia
dello spazio
il nulla
riposa
nel suono
di riccioli
e note.
Minuti
in sottrazione
sorrisi estesi
in sintonia rosa
– tempo –
l’aria
cresce
impavida
allungandosi
indomita
nel segno
infinito
di questa sera
coltivata
nelle labbra
e nelle braccia.
Maurizio Alberto Molinari (c)
Annamaria Ferramosca, CICLICA, La Vita Felice 2014
La prima sezione del libro si apre in aperta polemica con la modernità. Un aspetto in particolare della modernità, la comunicazione: “l’urto mi chiedi l’urto ma / sei virtuale un’ipotesi una / finestra sul vuoto poi non so / quanto davvero vuoi / farti plurale”. Il termine comunicazione viene da communio, parola particolarmente ambigua per i nostri tempi in quanto una volta designava un campo semantico ristretto, un’intimità intorno a un tavolo da cucina piuttosto che in una mensa aziendale mentre oggi noi utilizziamo la comunicazione in un contesto di massa, con effetti di ambiguità rilevanti.
Link è altro termine assai in voga che rimanda a contesti plurali ma che in realtà giunge, mi sembra, dalla constatazione di una complessità neuronale – i link sono in effetti, le sinapsi, cioè esperienze stratificate anche nel tempo – . Link è voce che Annamaria …
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Il riposo delle dita è soffice a volte come i pensieri. MAM
Complimenti Sal
Un’estate di Ottobre
in un’estate di Ottobre
poesie d’inchiostro blu
e sudore, asciugate sui fianchi
che legittima noia
non ho voglia di finire
nel verso scemato, appena fuori
dovere ambito in cani e persone
vento d’altro umore
pianto di bambino che assolve
l’abbaiare, il chiodo nel muro
ficcato a stento e tremore se cede
il frugare del badile intorno
profumo che è pane di notte
steso al buio, e se piove
ad appannare
quanta circostanza
di ringhiere umide
piegate in stanchezza
non mi concedo al tempo
degli affacciati
mentre perdono i capelli
e si mangiano la castagna
ho mani a riposare
quasi fossero giunte
se mi congedo dallo scrivere
per un po’
Salvatore Leone 2015

29 Luglio 1990
BREZZA
Quando il vento
sussurra
le note lontane
la mia anima rivive
caparbia
ossigeno d’uomo.
BREZZA di Maurizio Alberto Molinari (c) Poesia Estratta dalla siloge “Il Passeggero”
28 Novembre 1989
NEI SOGNI LA PRESENZA (Vorrei)
Vorrei ali per cadere
vorrei piedi per volare
vorrei lacrime per sorridere
vorrei baci per gridare
vorrei vento per fuggire
vorrei sole per vivere
vorrei gente e non animali
vorrei magia per donare
vorrei nebbia per regalare luce
vorrei molto
vorrei lealtà
vorrei fratelli
vorrei sogni.
Vivo l’amore e il suo respiro.
Maurizio Alberto Molinari (c)
Milano, 01 Settembre 2008
LA FOTOGRAFIA DI UN OCCHIO
Sul solito vagone
pezzi d’umanità
si alternano
in saltuarie sedute
osservando il nulla
e il suo folle defluire.
Occhi scrutano vuoti
la curiosità dell’istante
senza donare
e senza fiatare.
Sguardi vacui
passano diversi
in abiti e vociare
dentro il rumore
d’uno spazio ferroso
di spessore suburbano.
L’attimo della visione
scatta fotografie
di esistenze assenti
e resistenze apparenti.
Maurizio Alberto Molinari (c)